ephitomis: (Text - Nobody gave a fuck)
[personal profile] ephitomis
Title: Liber Mortis
Fandom: Dragon Age
Notes: Written for the prompt "L'arcano senza nome" for COWT10. L'arcano senza nome è il tredicesimo arcano, anche comunemente riferito come "La morte". In questa fic ho quindi utilizzato il nome comune dell'arcano, per parlare del rapporto di licea con la morte
Wordcount: 460
Summary: Licea riflette sulla carta che l'ha seguita per tutta la vita.


C’era un tempo in cui Licea non avrebbe mai pensato che la sua vita sarebbe mai potuta essere qualcosa di diverso dalla continua e monotona realtà della sua esistenza: studio, noiosi balli, noiose feste, noioso tutto.
Era quello il destino di una nobile che aveva troppi fratelli per poter mai ereditare il titolo, e non abbastanza abilità magica da distinguersi da loro.
Licea era una maga, una nobile in un paese in cui la nobiltà era tutto, ma la sua esistenza era una serie di postille alla fine di una lunga lettera.
Non c’era nulla di speciale in lei, né dalla nascita, nè dall’impegno. Era per questo che passava principalmente le giornate al circolo con Diana, facendo da cavia ad alcune delle sue scoperte più assurde.
Forse era un modo per farsi notare, forse era semplicemente un modo per passare il tempo. Non importava a Licea come non importava al resto della sua famiglia.
Fino a che non metteva in cattiva luce la famiglia Cleventia, dopo tutto, perché mai sarebbe dovuto importare?
C’era un tempo, Licea pensa ora con un sorriso, in cui pensava davvero che la sua vita non sarebbe stato altro che quello. Ora Licea sa che non è così.
Sa che c’è una sola cosa che marchierà la sua vita in eterno, che la segue con una passione ed un’ammirazione che a volte mettevano in ombra anche le relazioni più importanti della sua vita.
I tarocchi non sono esattamente qualcosa di usuale all’interno del Tevinter, e Licea non aveva mai ricevuto una lettura prima di arrivare nella spedizione, ma ora stringe a sè la carta della morte che ha ricevuto e si chiede, esattamente, perchè la perseguiti così.
Si chiede anche come abbia potuto permettere a sè stessa di dimenticare la vera ragione per cui si era unita a questa spedizione. La vera ragione che doveva spingerla a vivere.
Impressi nella sua memoria c’erano le urla dei suoi parenti, anche se non li aveva mai sentiti. Impresso nella sua mente c’era l’ultimo respiro di Alcibiades, anche se era stato lontano da lei.
Perchè la morte era una strana compagna nella sua vita, sempre vicina, ma mai accanto. Le aveva portato via tutto, ma mai davanti ai suoi occhi. L’aveva lasciata a raccogliere i pezzi dopo, faticosamente.
Ma ora… ora Licea ha qualcosa in mano. Ora Licea, dopo avere perso tutta la sua famiglia e l’uomo che era arrivata ad amare, nonostante la stupidità di quel gesto, aveva un libro che avrebbe potuto rispondere ai suoi quesiti.
Licea accarezza le pagine del libro di Darion, sentendo come un sussurro alle sue orecchie. Un invito, forse, o magari un cupo avvertimento.
Licea non può fare a meno di sorridere: dopotutto la morte non è che una sua vecchia compagna.

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